Diritto alla privacy: cos’è e perché è importante tutelarlo 

Cos’è il diritto alla privacy e come tutelarlo 

Con l’evolversi della comunicazione digitale, si è evoluto anche il concetto stesso di privacy. Non si parla più solo di protezione dei dati personali, ma si tratta di un vero e proprio diritto di impedire la rilevazione di informazioni sul proprio conto. Estendendo il concetto di privacy ad un’accezione più ampia, questo corrisponde anche al diritto di esprimere liberamente le proprie aspirazioni e di conseguenza l’autodeterminazione e la sovranità su sé stessi.

Il termine privacy di per sé indica il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. Per quanto riguarda le normative sul diritto alla privacy, queste si sono susseguite nel corso degli anni evolvendo di pari passo con le nuove tecnologie. Le leggi in vigore sono orientate a salvaguardare e tutelare la sfera privata dell’individuo, evitando che le informazioni riguardanti la propria vita privata vengano divulgate senza l’autorizzazione dell’interessato, oppure che soggetti terzi si intromettono nella sua sfera privata. 

La salvaguardia dei dati personali è diventato ormai un diritto fondamentale dell’individuo, che in questo modo può avere il controllo sulle informazioni sui dati riguardanti la sua vita privata. Teoricamente il diritto alla privacy nasce negli Stati Uniti nel 1890, ma in Italia viene elaborato solo a partire dagli anni ’60 come diritto alla libera determinazione nello svolgimento della propria personalità. Per ottenere maggiori informazioni in merito al diritto alla privacy e su come tutelarlo al meglio è possibile consultare il sito www.workengo.it.

Cosa dice la legge italiana sul diritto alla privacy 

Una prima elaborazione legale del diritto alla privacy viene emessa dalla corte di cassazione nel 1956. Il testo in questione identificava come diritto la tutela delle situazioni e delle vicende personali e familiari che non hanno per i terzi nessun interesse socialmente apprezzabile. In tutta Europa, tuttavia, l’Italia è stata fra gli ultimi Stati ad approvare una legge sulla tutela della privacy che ha avuto la sua applicazione solo nel 1996. La legge sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali attuava una direttiva del parlamento europeo, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione di questi.

In seguito per uniformare le normative sul diritto alla privacy varate dalle diverse nazioni europee, l’Unione Europea ha emanato il cosiddetto GDPR. Il General Data Protection Regulation è, infatti, il regolamento europeo per la protezione dei dati del 25 maggio 2018. Fra le altre cose il GDPR offre la possibilità a qualsiasi soggetto di richiedere la cancellazione dei propri dati personali. Per quanto riguarda i minori, ad esempio, questa facoltà rappresenta un valido strumento per riacquistare la propria identità digitale. I più piccoli, infatti, risultano più esposti ai rischi di internet e meno consapevoli dei rischi che possono correre.

Il GDPR ha anche inserito una stretta importante sul trattamento dei dati personali. Il soggetto può, infatti, revocare in ogni momento il proprio consenso. Le società, infine, hanno l’obbligo di fornire, dietro un richiesta specifica, informazioni in merito all’utilizzo dei dati.

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